Non è che ci voglia Nostradamus per leggere in ciò che è avvenuto il 14 dicembre l’ennesimo segno del declino di quello che dovrebbe essere uno dei principali stati europei. La giornata di martedì scorso può fungere da paradigma della situazione italiana, una situazione in cui non ci sono vincitori ma solo sconfitti, a parte la ‘piazza’. Per il resto ne sono usciti tutti con le ossa rotte: le istituzioni statali, i partiti politici, le sedicenti forze dell’ordine, l’Italia nel suo complesso.
Ma andiamo con ordine.
1) Il parlamento.
Il 14 e nei giorni precedenti il teatrino, o meglio il cabaret, della politica italiota ha fatto vedere il peggio di se: un indecente mercimonio di parlamentari che saltavano da una parte all’altra degli schieramenti senza alcuna considerazione per chi li aveva eletti, una pantomima che ha fatto perdere a Montecitorio anche quel poco di credibilità che gli era rimasta. Ora sarà curioso vedere chi avrà il coraggio di legittimare ulteriormente candidati che hanno dimostrato di sapersi vendere meglio di una meretrice del porto di Amburgo…
2) I partiti.
Anche qui è una bella gara a chi si è fatto più male. Cominciamo col terzo polo, un’accozaglia demo-clerico-nonsisacosa che doveva essere la novità dell’anno e che invece ha dimostrato la saldezza di una ricottina fresca, con buona pace del partigiano Fini.
Il cosidetto centrosinistra, tanto per cambiare, si è dimostrato di un’inconsistenza politica quasi penosa, andando al traino degli ex alleati del cavaliere e affidando a loro il merito di un’eventuale riuscita della spallata decisiva. Dei veri maestri dell’autolesionismo! Ma, come diceva Al Pacino in un famoso film, che te lo dico a fare…
E veniamo a Berlusconi, che ha vinto con un margine che potremmo definire ‘prodiano’, con tutto ciò che ne consegue per il prosieguo della legislatura. Come se non bastasse adesso il Silvio nazionale si troverà con un tot di parlamentari pronti a far la fila per batter cassa. Hanno iniziato i deputati della Sudtirol Volkspartei, gli unici a non vendersi per vil denaro ma per più autonomia alla loro terra, infatti prossimamente la Provincia Autonoma di Bolzano gestirà la parte di Parco dello Stelvio situata in territorio tirolese e gli agenti della polizia di stato che svolgeranno la loro attività in Sud Tirolo saranno quasi tutti di lingua tedesca, più altre cosucce tipo l’obbligo di conoscere il tedesco per gli impiegati dei tribunali e di altri uffici statali (‘Prima il Veneto!’ vero Zaia?). Gli unici a fare gli ubbidienti cagnolini saranno i soliti polentoni padani, coi veneti in prima linea…
3) Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza.
Se da un lato le istituzioni repressive dello stato sono riuscite a difendere il fortino del potere, dall’altro hanno visto il centro di Roma messo a ferro e fuoco davanti ai loro occhi, rimediandoci pure una manica di legnate degna di Asterix e dei suoi galli (padani?!?). Per recuperare un minimo di autostima le sedicenti forze dell’ordine si sono poi date al loro sport preferito, ovvero il sempre in voga ‘arresto chi capita’. Il problema è che le piazze non sono stadi e in queste occasioni non basta la parola di un esimio pubblico ufficiale per tener dentro una persona. Risultato: su ventitre arrestati ventidue sono stati rilasciati per mancanza di indizi. Quando si dice ‘una giornata storta’…
4) Il presidente della repubblica.
Chi l’ha visto? Napolitano è letteralmente sparito dagli schermi e dai giornali. Dopo tutto bisogna capirlo, da settimane invoca moderazione e rispetto per le istituzioni e il prodotto di tutti i suoi sforzi è stato questo immane bordello. Se non fosse il capo di uno stato che occupa le nostre terre potrebbe fare anche tenerezza…
5) L’italia.
Ennesima ricca figura di cacca internazionale per lo stato italiano. Dov’è la novità?
E veniamo all’unica vincitrice: la Piazza!
Una piazza riempita da terremotati aquilani, lavoratori precari, abitanti delle periferie napoletane sommersi dai rifiuti della loro capitale, studenti che si avviano a perdere il diritto allo studio, operai che si avviano a perdere ogni diritto. Una piazza riempita da tutti quelli che si sentono abbandonati, raggirati, stuprati dallo stato italiano, una piazza che ha deciso da sola di presentare il conto. Guardatevi le immagini… altro che pochi gruppi di facinorosi, altro che black block, altro che professionisti della violenza! Quella di martedì era una moltitudine di gente con le palle girate, senza referenti a palazzo, proveniente da ogni angolo dello stivale e determinata a dire basta!
Per concludere, se ciò che è successo a Roma non è stato la ‘Presa della Bastiglia’, si è trattato comunque dell’ennesimo segnale, le nere nuvole di fumo che si alzavano in cielo dai blindati in fiamme hanno disegnato oscuri presagi per i manovratori del Titanic-italia: i giorni della repubblica delle banane stanno finendo.