Di seguito l'intervento del portavoce di Unità Popolare Veneta al congresso di Veneto Stato, tenutosi il 22/01/2012 a Vicenza.
Inizio questo intervento ringraziando Veneto Stato per l’invito a partecipare al proprio congresso, un fatto molto importante, tenendo conto delle nostre diverse impostazioni ideologiche.
Importante, in quanto noi di UPV riteniamo che sia necessario unire i movimenti indipendentisti in un fronte trasversale alla politica e alla società, perché la lotta per l’autodeterminazione delle Venezie non può interessare un solo schieramento politico, o una sola categoria sociale.
Credo che tutti noi siamo consapevoli del fatto che il declino dello stato italiano è irreversibile e che l’indipendenza sarà l’unica via di salvezza per i territori del nord est. Purtroppo, però, la maggiorparte dei nostri compatrioti ancora non se ne rende conto e continua ad affidare ai politici filoitaliani la propria rappresentanza e il proprio futuro.
Altri ancora si ostinano a confidare in un partito che, in mancanza di riscontri reali al proprio operato, non ha saputo fare altro che rifugiarsi in una nazione inventata e nei suoi miti ‘fantasy’. Per questo i movimenti cosidetti ‘venetisti’ devono collaborare tra loro per diffondere il verbo separatista in tutti i settori della società e per promuovere la nostra identità nazionale ad ogni livello, alla faccia dei continui tentativi di omologazione culturale operati dagli italianisti.
La nostra priorità deve essere risvegliare il popolo veneto, togliergli l’ovatta tricolore dalle orecchie, levargli le fette di salame padano dagli occhi. Perché, se è vero che le rivoluzioni partono dalle avanguardie, è altrettanto certo che senza l’appoggio del popolo esse non si compiono. Il momento è favorevole, lasciarcelo sfuggire sarebbe criminale.
Pericolo tutt’altro che remoto, visto che negli ultimi anni abbiamo assistito alla dissoluzione di tutti i movimenti indipendentisti nati dalla rabbia e dalla delusione dei veneti. Dissoluzione dovuta soprattutto a personalismi di gente interessata principalmente al proprio piccolo tornaconto, gente per cui la proprietà è più importante dell’individuo e quindi del popolo.
Noi come UPV siamo pronti, da sinistra, a fare la nostra parte per la patria… quella vera, naturlamente.
Dobbiamo altresì volgere il nostro sguardo anche oltre i confini del nostro territorio. In molte parti dello stivale si vivono fermenti separatisti, nuovi movimenti di liberazione stanno nascendo a fianco di quelli storici di Sardegna e Sud Tirolo. Pensate a cosa è successo negli ultimi giorni in Sicilia. I siciliani hanno capito che quando ci si confronta con lo stato italiano bisogna fare la faccia cattiva, non come certi governatori, i quali, quando vanno a Roma per elemosinare fondi che gli spettano di diritto, sembrano Oliver Twist che chiede al suo padrone “Per favore, mi dà dell’altra zuppa?” e in risposta riceve solo bastonate!
Con questi movimenti dobbiamo dialogare e collaborare, in quanto, a prescindere dalla latitudine, abbiamo lo stesso obiettivo: la fine della dittatura unitaria!
Importanti sono anche i contatti col resto d’Europa, soprattutto con quelle realtà storicamente impegnate nelle lotte per l’autodeterminazione dei propri territori, che poco o nulla sanno della nostra situazione e a cui viene fatto credere che in Veneto esiste solo la Lega.
Il Veneto deve entrare necessariamente in quella che potremo chiamare l’Internazionale Indipendentista, visto che storicamente la maggiorparte dei movimenti di liberazione nazionale sono di ispirazione socialista. Se così non fosse, in tutta Europa il Leone Marciano continuerà ad essere associato ai padani e ai loro deliri. Per non parlare dell’importanza della solidarietà tra popoli in lotta, che, anche a distanza di migliaia di chilometri, può far sentire tutto il suo peso.
Concludo lanciando un monito: lo stato italiano è un pachiderma moribondo, ma sono in molti, per interesse, ideologia o semplicemente per mera ottusità, a non volersi rassegnare alla sua fine. Più la nostra marcia verso la libertà diventerà travolgente, più questa feccia collaborazionista ci attaccherà a tutti i livelli. Verrà il momento in cui non potremo più permetterci di andare troppo per il sottile, verrà il momento in cui dovremo andare oltre le regole imposte dallo stato italiano. Sarà opportuno che ciò venga tenuto bene in considerazione, da tutti.
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