Oramai solo i beoti e coloro che hanno interessi legati all’occupazione possono negare la situazione in cui si trova il veneto, ovvero quella di una colonia dello stato italiano. Episodi più o meno eclatanti si susseguono senza soluzione di continuità da troppo tempo per non essere collegati da una precisa strategia, tesa a sradicare ogni traccia dell’identità veneta dai nostri territori.
Ultimo in ordine di tempo l’azione disciplinare intrapresa da una dirigente scolastica italiana nei confronti di un professore veneto, reo di aver portato in classe un gonfalone della Repubblica Veneta durante una lezione sugli evangelisti, allo scopo di spiegare il legame tra San Marco e Venezia. Gli studenti, incuriositi, hanno voluto saperne di più e il discorso è virato sulla storia della Serenissima, alla fine gli stessi studenti hanno voluto appendere la bandiera in classe. Quando alcuni illuminati professori hanno visto lo stendardo sono immediatamente corsi a piangere dalla preside, la quale ha convocato il docente intimandogli di presentare un documento scritto per giustificare il suo comportamento, avvertendolo che a scuola non bisogna parlare della storia della Repubblica di Venezia e di tutto ciò ad essa correlato. Alla faccia della libertà insegnamento!
Ma ciò che è successo all’istituto ‘Giuseppe Berto’ di Mogliano Veneto è solo la punta di un iceberg fatto di quotidiani attentati alla nostra storia e alla nostra cultura. Lo stato italiano usa la scuola in modo subdolo, si punta ai ragazzi, ovvero al futuro, si vieta loro di parlare in veneto, si nasconde loro storia della propria terra, si denigrano la nostra lingua e i nostri simboli, si nega persino l’esistenza del Popolo Veneto, presente da 3000 anni in queste terre. Il tutto con l’appoggio di interessati collaborazionisti. Qualche esempio: a Venezia la giunta comunale ha festeggiato alla grande i 150 anni di occupazione, ma ha ‘dimenticato’ di celebrare i 1590 anni dalla fondazione della città lagunare; l’assessore alla cultura (?!?) Donazzan non perde occasione per scagliarsi contro l’insegnamento del Veneto nelle scuole, voluto dalla sua stessa giunta regionale; la maggioranza dei consiglieri regionali della commissione cultura hanno votato contro la proposta di proporre al parlamento italiano il riconoscimento del Veneto come lingua minoritaria tutelata dallo stato (che è come chiedere a un nazista di aprire una sinagoga).
Nostro dovere di patrioti è fare si che tutto ciò non passi sotto silenzio, nostro dovere di patrioti è risvegliare le coscienze di più gente possibile, nostro dovere di patrioti è difendere e diffondere la nostra cultura, certi che non saranno le angherie e le meschinità degli emissari dell’occupante e dei novelli kapò a cancellare un’identità da sempre radicata nei veneti e che si sta rigenerando giorno dopo giorno. Questo perché ciò che ci propongono in cambio è uno stato votato allo sfascio, un traballante baraccone tenuto insieme con lo sputo, la cui storia è un inno al fallimento, al tradimento e al sotterfugio, un apparato politico-burocratico composto da inaffidabili cialtroni legati tra di loro dal peggiore clientelismo.
Nessuno rinuncerebbe alle sue radici in cambio di questo laido bordello, nemmeno dei ‘polentoni’ come i veneti!
CONTRO IL COLONIALISMO CULTURALE
CONTRO L’OCCUPAZIONE ITALIANA
CONTRO I COLLABORAZIONISTI
INFORMARE, DIFENDERE, DIFFONDERE
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