Si parla sempre di più di autodeterminazione, ma la prima
liberazione deve essere personale, ogni veneto deve liberarsi dalle proprie
paure. Paure che ci sono state sapientemente inculcate dal potere statale, il
quale nel corso dei decenni ha costruito un ambiente di ansia e diffidenza
diffusi, una società ultra-individualista dove le persone sono schiave della
solitudine e dell’egoismo, dove ogni forma di socializzazione non controllata è
vista come una minaccia allo ‘status quo’. Una società che si basa non sul rispetto
ma sul timore, una società fatta non di persone ma di impauriti codici
fiscali.
Il timore assoluto nei confronti dell’autorità, il
terrore degli apparati repressivi dello stato, la paura di perdere quel poco
che si ha, il sacro terrore di mettere in discussione i dogmi nazionalistici
che ci hanno infilato in testa fin dalle elementari, la repulsione nei
confronti di tutto ciò che può mettere in discussione la nostra piccola,
fragile, instabile tranquillità e, infine, l’enorme difficoltà nel
confrontarsi con l’esterno, nel mettere la testa fuori dal guscio, nel rendersi
conto che il mondo non è ‘IO’, ma ‘NOI’.
Tutte queste fobie devono essere spazzate via,
dobbiamo autodeterminarci dal nostro lato pavido e oscuro, se vogliamo liberare
la nostra terra e le nostre vite dal giogo del gigantesco e moribondo
pachiderma chiamato stato italiano.
Un popolo determinato, consapevole e coeso non può
essere fermato, ne dai carabinieri, ne dai magistrati, ne dall’esercito di uno
stato in declino e guidato da una classe dirigente priva di ogni credibilità.
Questo sarà il prezzo delle nostre paure!
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